NON usare il “Non” - persuasivo con o senza il "non"?



Ti prude il naso?
NON usare il “Non”

Scopri come usare il “non” in modo consapevole.

Nell’altro articolo NON leggere quest’ articolo!! ti parlavo dei pericoli del “non” .
Oggi voglio essere più chiaro:

NON usare il “non” è meglio.

O dovrei dire: sarebbe meglio… solo che… ecco.. …non è possibile.
Come faccio a dire di “non mettere le dita nel naso” senza usare il “non”?


Ribadisco: accompagna la frase col “non” con una che afferma.

Quindi di aggiungere, ad esempio, a “Non metterti le dita nel naso”, “se ti da fastidio ecco un fazzoletto che potrebbe tornarti utile”

Ma perché usarlo o non usarlo e quando?

Semplice: perché è meglio usarlo in modo consapevole piuttosto che usarlo senza saperne le conseguenze. Figuriamoci se poi lo usi senza nemmeno accorgertene!!

Ma perché allora?

Perché da una parte fai un’affermazione e orienti il pensiero verso le dita nel naso e dall’altra la neghi. Di fatto è un messaggio contraddittorio

Ma prima di chiarire la contraddizione, ci tengo a evidenziare le conseguenze che ha l’orientamento del pensiero:

sapevi che “smettere di fumare” o mettersi a dieta “privarsi dell’appagamento del cibo” è difficile? Ovvio vero!

A proposito.. a me fumare le sigarette non è mai piaciuto, ma il cibo…. :)

Ebbene i nuovi orientamenti verso le dipendenze è quello di sostituire la negazione di qualcosa di piacevole con l’inserimento di un obiettivo piacevole.

Mi spiego meglio con un esempio.

Cambio il focus dallo “smettere di fumare” a “guadagnare più fiato e riuscire a fare quelle passeggiate in bici che mi facevano tanto piacere..” cosa ho fatto?

Ho spostato l’attenzione verso il costruire, ovvero verso una cosa piacevole da ottenere piuttosto che un’altra sempre piacevole –il fumare- da limitare o di cui privarsi.

E la motivazione cambia…

Ma non cambia solo la motivazione ma anche il pensiero che tende, sia a livello conscio sia inconscio, a lavorare per il suo completamento.

rileggi questo articolo Il bicchiere mezzo pieno e la psicologia della gestalt in cui ti dimostro materialmente come il tuo cervello -e anche il mio ovviamente non sono un abitante di Marte- tende a completare la figura di cui si fa una idea incompleta.

Se il focus rimane sul pensiero “fumare” è difficile se non impossibile che io me lo levi dalla testa, anzi, col “non” diventa un pensiero ossessivo.

Se invece lo oriento verso un altro focus altrettanto piacevole ecco che ottengo quello che realmente voglio.

Se affermo: "Non fumare". Il focus che suggerisco rimane “fumare” e il “non” lo nega.

Il messaggio è doppio. Da una parte affermo e oriento il pensiero verso il fumare dall’altra lo nego col “non”.

Cosa succede ad uno che si sente un messaggio confuso e doppio? A te cosa accadrebbe?

Immagina un bambino.. che sente di non avere un messaggio chiaro, affidabile, di non avere nell’interlocutore una posizione lineare e quindi… fa di testa sua!!!

E dice “no”! Ma facendo di testa sua decide di fare quello che più gli sta a cuore..

Ecco cosa succede quando usiamo il “non”.
Per questo una vota usato è meglio rafforzarlo (e chiarirlo meglio) con un messaggio affermativo e chiaro.

Fino ad adesso ne abbiamo parlato da un punto di vista concettuale. Adesso si tratta di trasformarla in pratica.

Una pratica di consapevolezza (la meditazione, insisto è un vero e prezioso allenamento alla pratica di consapevolezza) da dove iniziare?

1)  Fai caso a quando lo adoperi: stai allerta ogni volta che dalle tue labbra esce la parolina “non”
2)  Quando riesci a farci caso cerca di aggiungere un’affermazione o addirittura di riformulare l’intera frase da negazione ad affermazione ed osserva cosa accade in te e nell’interlocutore
3)  Usalo deliberatamente! Proprio per vedere l’effetto!!

Ovviamente comincia a usare il “non” in una situazione dove non fai danni eccone uno:

lo scherzo…

Ti faccio un esempio di vita vera.

Dico ad un bambino di coprirsi perché fa freddo. Lui non lo fa, scherza e si mette a giocare. Noto che in fondo muovendosi potrebbe anche farne a meno ed anche io ne sono meno convinto.

Insisto e gli dico, scherzando: “Non ti va di coprirti?” e lui, ovviamente “No”. Ma con la domanda contraddittoria ci ho aggiunto un atteggiamento “non verbale” molto chiaro:

Rido scherzo, mi comporto in quel momento come un bambino complice del suo gioco e “giochiamo assieme”, siamo entrambi complici di un gioco.

Il messaggio verbalmente poco leggibile diventa chiaro e coerente con il tono della voce e l’espressione del volto (che potrebbe essere divertito o al contrario con una seriosità eccessiva e grottesca).

Questo è un buon metodo per sperimentare il “non” sicuri di agire in modo più coerente possibile.

Quando dopo un poco hai familiarizzato con l’uso del “non” e dei suoi effetti ti verrà spontaneo usarlo in altre circostanze.

Se sei consapevole degli effetti sceglierai circostanze in cui saprai di mantenere una posizione comunque abbastanza lineare e chiara.

Quindi ricapitolo:

1)  Fai caso a quando lo adoperi
2)  Quando riesci a farci caso cerca di aggiungere una affermazione (accompagnato da un “non verbale” coerente”) o addirittura di riformulare l’intera frase da negazione ad affermazione. Osservando cosa accade in te e nell’interlocutore.
3)  Una volta che sei “padrone dell’arte” usalo consapevolmente!

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Image: freedigitalphotos.net / “Young Guy Showing Funny Gesture " by imagerymajestic

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